#28 IL PROTAGONISTA DELLA COSA

Per questo post sul protagonista della cosa avrei potuto menzionare qualche arbitro famoso che meglio avrebbe incarnato la figura di "testimonial"di un fischietto ma ho pensato di proporre un personaggio che come primo direttore e cofondatore del "Fischietto", un giornale satirico torinese, ha narrato le vicende dell'ultimo decennio antecedente all'unità d'Italia...
Carlo A-Valle.
Il nome della rivista nasceva dal proposito di "fischiare contro le cose ingiuste" e assumeva una posizione filo-liberale a sostegno di Cavour e apertamente antimazziniana e anticlericale; un concetto che, sotto una chiave di lettura moderna, si ricollega al significato di "whistleblower" e al campo semantico della protesta e della giustizia.


Vi riporto dal dizionario biografico della Treccani un riassunto della vita del nostro protagonista.

A-VALLE, Carlo. - Nacque a S. Salvatore Monferrato il 24 ag. 1815, da Bartolomeo e Maria Caterina Cavalli. Giovanissimo rimase orfano di entrambi i genitori, e fu avviato alla carriera sacerdotale, che abbandonò ben presto uscendo dal seminario di Casale appena terminati gli studi di umanità. Dopo aver insegnato per breve tempo nelle scuole pubbliche di Fubine, lavorò a Torino, come correttore di bozze presso la tipografia Pomba. Cominciava intanto a comporre opere poetiche che, per mancanza di tempo e di fondi, vennero pubblicate solo parzialmente. L'Inno all'armonia, frammento di un poemetto incompiuto, Belliniana, è del 1837, e nel 1839 uscirono i primi cinque canti di un poema storico, Federico Barbarossa, rimasto egualmente incompleto. Contemporaneamente collaborava con articoli di arte, letteratura, erudizione a vari periodici, come il Teatro Universale o il Museo Torinese; su questi periodici apparvero anche le sue libere versioni dei Salmi e le liriche che furono poco dopo raccolte in volume e pubblicate col titolo Melodie storiche e intime (Torino 1843). Amico di D. Carbone, di G. Bertoldi, di M. Lessona, frequentava l'ambiente liberale torinese in cui si apprezzavano molto le sue argute satire politiche; anche queste apparvero su periodici, sotto gli pseudonimi di Fra Chichibio, Fra Bonaventura, Fra Pignatta, a partire dal 1848, allorché fu concessa in Piemonte la libertà di stampa. L'A. scrisse anche per il teatro; alcuni suoi drammi storici, Pandolfo Collenuccio (1842), Stamura o l'assedio di Ancona (1843), Re Manfredi (1847), furono rappresentati con successo dalla Compagnia reale sarda in Piemonte ed altrove; così pure le sue Bizzarrie drammatiche, brevi allegorie su argomenti d'attualità, come il Matrimonio della Libertà, L'emancipazione delle donne, il Popolo e altre, comparse in un primo tempo sui periodici torinesi fra l'anno 1850 e il 1857.

Nel 1844 pubblicò a Torino le Illustrazioni storiche ed artistiche sulla Real Casa di Savoia (due volumi) e nel 1847-48 la sua Storia del Risorgimento Italiano, che fu tradotta anche in tedesco. Dal 1848 al 1852 diresse il giornale da lui fondato, Il Fischietto, del quale fu quasi il solo collaboratore con saggi storici, satire politiche e composizioni poetiche mentre il Redenti lo illustrava con fortunate caricature. Le pubblicazioni furono sospese nel 1852 e riprese dopo qualche mese (il Nuovo Fischietto), per concludersi definitivamente nel 1853. Ciò fu dovuto sia alle antipatie attiratesi per l'arguzia dei suoi epigrammi, sia alla stanchezza poiché in quegli anni l'A. si andava sempre più interessando a ricerche erudite. Infatti pubblicò nel 1853 a Torino una Storia di Alessandria in tre volumi; quest'opera fondamentale per la documentazione storica e lo scrupolo delle ricerche gli meritò la cittadinanza alessandrina onoraria.

Trasferitosi ad Alessandria nel 1856, l'A. pubblicò in quell'anno la Storia del Piemonte narrata al popolo e contemporaneamente ottenne l'incarico di direttore della biblioteca civica. Tenne quest'ufficio fino al 1879; intanto componeva una Storia dei Liguri, parzialmente pubblicata nel 1862, traduceva gli Annali dello Schiavina (Alessandria 1861), continuando l'edizione del Pongiglione (Torino 1857), e insegnava letteratura italiana all'Istituto tecnico, fondato nel 1864, del quale era stato uno dei principali promotori. Ripeté ancora un tentativo giornalistico fondando Il Gagliardo (1857-58), che non ebbe però maggior fortuna dei precedenti; sono notevoli tuttavia gli articoli di storia, economia e diritto costituzionale in esso comparsi. Nel 1867 pubblicò un elogio di Paolo Sarpi. Ben presto anche ad Alessandria il suo carattere scontroso e il suo anticlericalismo gli procurarono antipatie e rancori, che causarono, sebbene solo temporaneamente, la sua sospensione dall'insegnamento e la revoca dell'incarico presso la biblioteca civica.

Trasferito al liceo Gioberti di Torino, morì in questa città il 13 luglio 1873.

Scrittore fecondissimo, compose un numero notevole di novelle, romanzi, saggi storici, opere di divulgazione, poemi eroicomici e drammatici; gran parte ne rimase inedita.

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