#33 LA SINTESI FINALE
Per concludere il viaggio all'interno del mondo del fischietto ho pensato di scrivere un breve racconto e di riunire tutti post presenti all'interno del blog attraverso dei link. Durante la lettura del racconto si potrà dunque interagire con questi rimandi in modo da immergersi in prima persona nel viaggio in treno con il signor Giuseppe e scoprire tutte le sfaccettature del fischietto che sono emerse nel corso di questo approfondimento sulla cosa.... Il collegamento finale è un rimando all'elenco di tutti i blog di approfondimento delle cose svolte dagli altri studenti del corso, la stazione centrale per partire verso nuove avventure... Buon viaggio!!
"I FISCHIETTI DEL SIGNOR GIUSEPPE"
Saliamo sulla carrozza numero tre
e ci accomodiamo, ad un tratto, il capotreno soffia nel suo fischietto…
Giuseppe sospira, dice che quel suono gli ricorda la sua vita, il suono
che scandiva i turni in FIAT, quello che proveniva dalla cucina quando tutte le mattine sua moglie gli preparava thé, il fischio dell’arbitro che
decretava la fine delle gare di pesca a cui partecipava da giovane. Ci racconta
di essere un collezionista di fischietti, ci spiega tutta la loro storia, i nomi nei diversi paesi, i materiali
con cui sono costruiti, il suono che
emettono a seconda della loro forma, ci parla anche dei brevetti, di
tutte le azioni che si possono fare soffiando dentro questo oggetto e di
come il fischietto sia stato utilizzato come simbolo e come strumento
da molti personaggi nella storia. I suoi occhi sembrano risplendere di
una seconda giovinezza, traspare il suo entusiasmo nel trasmettere il suo
sapere. La conversazione viene interrotta da una suoneria di un telefono, una canzone
che inizia con un chiaro ma ovattato suono di fischietto… Giuseppe estrae
dalla tasca uno smartphone, allontana con fare impacciato lo schermo per
mettere a fuoco il nome del chiamante e accennando un timido sorriso risponde.
Conclusa la chiamata sembra rattristato, senza risultare troppo invadenti gli
chiediamo se fosse successo qualcosa, lui ci rassicura dicendo che non era
nulla ma che il suo nipotino era influenzato. Ci dice che il giorno stesso
avrebbe voluto portarlo al museo del fischietto, ma al tempo stesso
estrae dalla borsa una serie di oggetti che aveva portato con sé nel caso non
fossero riusciti ad andare al museo. Ci mostra un abecedario e un vecchio fumetto, sta
insegnando al suo nipotino a leggere e tutte le volte che va a trovarlo si
porta dietro un fumetto perché a suo dire stimolano l’immaginazione e la
creatività dei bambini. Frugando nella borsa ritrova anche un vecchio
quadernetto dove si appunta tutte le notizie che riguardano i fischietti, ci
spiega di aver disegnato una mappa concettuale con tutti gli autori e i libri e le opere d’arte che legano
i diversi punti di vista della cosa, dalla scienza alla letteratura. La
conversazione continua e, giunti alla stazione di Caselle, l’attenzione del
signor Giuseppe cade su di un cartellone pubblicitario riempito di parole di
diversa grandezza e orientate casualmente in modo da comporre una nuvola. Dice
che gli ricorda alcune opere futuriste, gli spieghiamo che in realtà quella è
una nuvola delle parole e che si può
fare molto semplicemente su internet ed entusiasta della cosa ci chiede di
aiutarlo a farne una sul suo amato fischietto. Il rumore del treno sulle rotaie
scandisce il tempo del nostro viaggio e data la confidenza instauratasi
chiediamo a Giuseppe di mostrarci una foto di suo nipote, con fare orgoglioso
estrae dalla tasca la busta di una lettera ben conservata con un francobollo
rosso, il timbro dell’ufficio postale e al suo interno una foto a colori di
tutta la sua famiglia; inizia a raccontarci di sua figlia e dei suoi studi ma
nuovamente una comunicazione interrompe il nostro discorso, siamo giunti al
capolinea. Scendendo dal vagone Giuseppe strappa un pezzo di carta dal
quadernetto e scribacchia sopra dei numeri, sono i numeri del fischietto
e secondo lui portano fortuna. Ci infila il foglietto in tasca, pesca una
sigaretta dal pacchetto che teneva nel taschino della camicia e aggiustandosi
il cappello si congeda, “Libero fischio in libero Stato”, ci dice
allontanandosi e in sottofondo il fischio del capotreno che riecheggia nella
stazione annunciando l’inizio di un altro viaggio.
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